Mimma Grillo
Momenti e passaggi della costruzione di percorso che dal Chiapas, Messico, ha fatto rotta verso la nostra Europa rinominata Slumilk’ Ajkemk’ Op (Terra Indomita o che non si rassegna). Un documento sullo stato della vita sul pianeta. Un giro di incontri per l’Europa passando per la Sicilia. Due delegazioni di uomini e di donne esempio di grandissima serietà e attenzione. La grande capacità di ascolto e di racconto ma anche la capacità di sorrisi, di condivisioni, di stupori (il vulcano… il mare), la promessa di ritrovarci in Chiapas, o in altri luoghi del Pianeta.
Il 6 dicembre (2021,ndr) si è conclusa a Madrid la Gira Zapatista por la Vida che ha attraversato l’Europa accompagnata dal grande lavoro fatto da tutta l’Assemblea Europea, della quale è stata parte rilevante, fin dall’inizio, l’Assemblea italiana LAPAZ (Libera Assemblea Pensando Praticando Autonomia Zapatista), composta a sua volta dalle Assemblee delle 11 macroaree della penisola, tra cui Siciliezapatiste, l’Assemblea siciliana.
Tutto è cominciato più di un anno fa, con i comunicati (lanciati sempre sul sito enlacezapatista) dell’EZLN che, così come la rotta seguita in mare dalla prima delegazione, controcorrente e in senso opposto rispetto alla rotta dei “conquistadores” di 500 anni fa, vanno al contrario, cominciano col n. 6 e finiscono col n. 1. È del 5 ottobre 2020 il primo comunicato, il n. 6: Una Montagna in mezzo al Mare (così come sarà chiamato il veliero che il 3 maggio salperà dal Messico con la prima delegazione a bordo) è il titolo e del Sub Moisés la firma, destinatari sono il Congreso Nacional Indigena, la Sexta Nazionale e Internazionale (cioè gli aderenti in tutto il mondo alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona), e le Reti di Resistenza e Disobbedienza in tutti gli angoli del Pianeta. Il documento passa in rassegna lo stato della vita sul Pianeta: “ - Osserviamo e ascoltiamo un mondo malato nella sua vita sociale, frammentato, sotto l’oppressione di un sistema pronto a tutto pur di placare la sua sete di profitto, un mondo in cui l’aberrazione del sistema coesiste con una realtà criminale che ha nel femminicidio la sua massima espressione; - Osserviamo e ascoltiamo la Natura ferita a morte che avverte l’umanità del fatto che ogni catastrofe definita “naturale” annuncia la seguente ed è causata dall’azione di un sistema umano; - Osserviamo i potenti che si nascondono nei cosiddetti Stati nazionali e nelle loro mura seguendo un padrone che non ha altra nazionalità se non quella del denaro. Mentre le organizzazioni internazionali languono; - La pandemia Covid 19 non solo ha mostrato la vulnerabilità dell’essere umano, ma anche l’avidità e la stupidità di diversi governi nazionali e delle loro presunte opposizioni. Mentre il grande capitale vuole che si torni nelle strade in modo che le persone possano riprendere lo status di consumatori; Ascoltiamo e osserviamo resistenze e ribellioni che rifiutano di seguire il sistema nella sua veloce corsa al collasso e che capiscono e insegnano a noi zapatisti che le soluzioni potrebbero essere negli angoli del mondo, che ci mostrano come mentre quelli che stanno in alto rompono ponti e chiudono confini, a noi non resta che navigare fiumi e mari per ritrovarsi. In tutti questi anni abbiamo ricevuto l’abbraccio di tante persone del nostro paese e del mondo. Abbiamo pensato a tutto questo cuore collettivo e al fatto che ora è tempo per noi zapatisti di rivolgere l’ascolto a tutti questi mondi, vicini e lontani nella geografia. - Così abbiamo deciso che diverse delegazioni zapatiste viaggeranno nel mondo, cercando non la differenza, non la superiorità, non lo scontro, tanto meno il perdono e la pietà, per andare ad incontrare ciò che ci rende uguali…; che la prima destinazione di questo viaggio planetario sarà il continente europeo, che arriveremo a Madrid il 13 agosto, 500 anni dopo la presunta conquista di quello che oggi è il Messico, e che parleremo al popolo spagnolo non per rimproverare né per domandare di chiedere perdono”. Seguiranno altri 5 comunicati, l’ultimo, il sesto, ma numerato come primo, sarà diramato il 1°gennaio 2021, avrà come titolo “Una Dichiarazione per la Vita” e sarà diretto alle persone che lottano nel continente Europa, che sarà il primo ad essere raggiunto. Da quel momento si moltiplicano le riunioni in tutta Europa, in Italia con particolare partecipazione, da parte di movimenti, collettivi, individualità, per cominciare ad organizzare la Gira. È un grande lavoro che attraversa davvero tutti i territori.
Ad aprile giunge a LAPAZ, da parte del Coordinamento della Travesìa por la Vida, una lettera con cui si ringrazia l’Assemblea italiana per l’invito a visitare i propri territori. La lettera porta la firma del Sub Moisés e del Sub Galeano: “Abbiamo ricevuto con piacere il vostro invito affinché nel corso della ‘travesìa zapatista por la vida’ possiamo incontrarci, discutere, ascoltarci reciprocamente su quella che è la nostra storia, i nostri sogni, i nostri incubi, le nostre rabbie e le nostre lotte. Sappiamo che questa che ci proponiamo è una lotta che appartiene ad ognuno. Ad ognuno nella sua geografia e nel suo calendario. Ad ognuno che la fa. Non stiamo senza far niente a guardare le sventure o ad ascoltare, con rassegnazione e conformismo, di ingiustizie e crimini. Sappiamo bene che, tra tutti i lamenti vicini e lontani, c’è un fremito che scuote il mondo intero: il singhiozzo della terra. E non la Terra come polvere o come il colore che siamo, ma come la Terra tutta: le vallate, i mari e i fiumi, le piante, gli animali, le persone. Ma la Terra non si rassegna, resiste e si ribella a questa morte. E allora capiamo che la Terra non singhiozza, ma che ci sta chiamando, ci chiama a lottare contro la morte e per la vita. Per noi zapatisti è un grande piacere venire a discutere personalmente di queste cose. E anche di altre. Però soprattutto di questa nostra lotta, quella vostra e nostra”. Nella seconda parte della lettera si chiede a Lapaz di fornire una proposta precisa e circostanziata sull’organizzazione della visita nei vari territori. Ed è così che, dopo innumerevoli riunioni, tutte le macroaree costruiscono le loro proposte: una per ogni singolo territorio. È un lavoro di cui tutti sono orgogliosi e che sarà inviato integralmente ai compas.
Una versione ridotta sarà in seguito consegnata al Coordinamento Zapatista a Vienna, il 14 settembre, quando arriverà la delegazione aereotrasportata, la “Extemporanea”, composta da 177 delegati, dal Comando Palomitas (11 tra adulti e bambini), da 13 componenti del Congreso Nacional Indigena, dal Fronte dei Popoli in Difesa della Terra e dell’Acqua di Tlaxcala Puebla e Morelos, dalla squadra di calcio femminile di 36 miliziane (che giocheranno la loro partita contro squadre locali a Roma e poi a Madrid) e dal gruppo di Coordinamento guidato dal Sub Moisés. La prima delegazione, l’Escuadròn 421, arrivata con il veliero “La Montagna” che ha attraversato l’Oceano in senso opposto rispetto al viaggio dei “conquistadores” di 500 anni fa, era invece arrivata nel porto di Vigo, in Galizia, il 20 giugno. Ne facevano parte 4 donne, 2 uomini e una “otroa”, Marijose, che per prima ha calpestato il suolo d’Europa rinominandola Slumilk’ Ajxemk’ Op, che significa Terra indomita o che non si Rassegna. L’Escuadròn 421 ha partecipato ad eventi a Parigi e poi a Madrid, il 13 agosto. A settembre è ripartita per il Messico. La seconda delegazione, la “Extemporanea”, si è suddivisa, subito dopo l’arrivo, in 28 gruppi di “Escucha y Palabra” (così denominati per esprimere la disponibilità di ogni gruppo ad ascoltare ma anche a raccontare) che hanno intrapreso la Gira dividendo l’Europa in 3 Zone. In Italia (parte della Zona 2) la Gira è iniziata il 12 ottobre e si è conclusa il 6 novembre. Tutte le macroaree hanno ospitato uno o più gruppi. Nella nostra macroarea Sicilia l’Assemblea di Siciliezapatiste ha scelto di costruire iniziative che ricalcassero le 7 tessere del rompicapo mondiale neoliberista che frammenta e distrugge l’Umanità: si sono riattraversate le riflessioni che già nel 1997 il Sub Marcos, oggi Sub Galeano, proponeva in un documento intestato “La quarta guerra mondiale è cominciata” (quarta perché successiva alla terza, la cosiddetta Guerra Fredda).
Abbiamo ospitato due gruppi, uno maschile e uno femminile. A Palermo, il 25 ottobre, si sono organizzati due incontri con la delegazione maschile: il primo all’ex Cinema Edison (oggi Dipartimento Giurisprudenza Università di Palermo) con organizzazioni di studenti e con tante realtà di resistenza della nostra città come per esempio l’Associazione Cledu - Clinica legale per i diritti umani (che da anni porta avanti un servizio di orientamento legale a richiedenti asilo, migranti e minoranze) e l’Associazione Sbaratto (che sta cercando di organizzare e salvare il lavoro dei “mercatari” di Ballarò); il secondo alla Casa della Cooperazione con gli equipaggi delle navi delle ONG che salvano vite nel Mediterraneo, ma anche con varie comunità straniere che vivono in città. Si è raccontato della particolare condizione della Sicilia, immersa nel Mediterraneo che costituisce il confine d’acqua dello spazio Shengen, dove si vive, ogni giorno, l’immensa tragedia del Mare Nostrum che, piuttosto che ponte di collegamento, è diventato cimitero per tutti i migranti che non ce la fanno a portare a termine la fuga da continenti oggetto dello sfruttamento neoliberista. Sempre a Palermo, il 29 ottobre, con il gruppo zapatista femminile, si sono organizzati incontri con realtà di donne (da NonUnaDiMeno a UDI-Palermo), ma anche con realtà sociali antagoniste che lottano per creare organizzazione e diritti (Ambulatorio autogestito nel quartiere Borgovecchio). Ad Alcamo e a Partinico si sono raccontate esperienze di agricoltura portate avanti con dinamiche alternative rispetto a quelle del capitale e dello sfruttamento. A Cinisi si è ripercorsa la storia di Peppino Impastato, a Casa Memoria, e a Portella della Ginestra si è ripercorsa la storia delle lotte contadine e delle repressioni di cui sono state oggetto. A Niscemi si è spiegato ai compas zapatisti il “megaprogetto” MUOS, simbolo del potere militare nordamericano e terribile arma di guerra, che tiene sotto controllo non solo il bacino mediterraneo ma tutto il Medioriente, fino al Golfo Persico. A Catania si è parlato di marginalità attraverso incontri con realtà antagoniste che lottano dal basso per la difesa dei diritti (quartiere San Berillo e altri). A Siracusa si è parlato delle politiche “scellerate” di sviluppo, portate avanti negli anni passati nella zona (Petrolchimico di Marina di Melilli). In tutti gli incontri si è cercato di raccontare ed ascoltare, secondo il principio di “Escucha y Palabra” che ha guidato tutta la Gira: le delegazioni zapatiste hanno ascoltato e preso appunti, ma hanno sempre fatto, in maniera precisa e rigorosa, il racconto dei 5 punti della storia zapatista (la vita dei popoli originari nella prima metà del ’900 ma anche dopo, prima del levantamiento, la clandestinità e l’organizzazione dell’EZLN negli anni ’83/’94, i Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti e la costruzione dell’autonomia, le Giunte di Buon Governo dal ’93 ad oggi, Resistencia y Rebeldìa durante tutto il tempo). Di ognuno dei compas e di ognuna delle compas delle due delegazioni oggi ci rimane sicuramente l’esempio di grandissima serietà e attenzione nei momenti in cui, anche se stanchissimi, ci ascoltavano o ci raccontavano, ma anche la capacità di sorrisi, di condivisioni, di stupori (il vulcano… il mare), e poi gli abbracci scambiati con la promessa di ritrovarci in Chiapas o in altri luoghi del Pianeta. Il seguito della Gira è tutto da costruire.
Il 14 dicembre (2021,ndr) è arrivato, sul sito https://enlacezapatista.ezln.org.mx il “Grazie” da parte del Sub Moisés, per il Coordinamento della Travesìa, a nome della delegazione “Extemporanea” zapatista appena rientrata in Messico: “Vi salutiamo dalle montagne del Sudest messicano e vi informiamo che le compagne e i compagni della delegazione aereo-trasportata che, nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre di quest’anno 2021 vi hanno visitati nelle vostre geografie, sono ormai nei rispettivi villaggi e località. Siamo arrivati tutte e tutti in buone condizioni, interi e sani. Anche se siamo tutte e tutti emozionati e commossi dai giorni e dalle notti che ci avete permesso di condividere con voi. Torniamo con una ferita nel cuore che è di vita. Una ferita che non lasceremo che si chiuda. Ora dobbiamo rivedere i nostri appunti per informare la nostra gente e le nostre comunità di tutto quello che abbiamo imparato e ricevuto da voi: Le vostre storie, le vostre lotte, la vostra resistenza, il vostro indomito esistere. E soprattutto l’abbraccio di umanità che abbiamo ricevuto dai vostri cuori. Tutto ciò che vi abbiamo portato proveniva dalla nostra gente. Tutto ciò che abbiamo ricevuto da voi è per le nostre comunità. Per tutto questo, per la vostra ospitalità, per la vostra fratellanza, per la vostra parola, per il vostro ascolto, per il vostro sguardo, per il vostro cibo, per le vostre bevande, per il vostro alloggio, per la vostra compagnia, per la vostra storia, per l’abbraccio collettivo del vostro cuore, vi diciamo GRAZIE. Comunicheremo di nuovo con voi presto, perché la lotta per la vita non è finita. Abbiamo ancora molto da imparare da voi e molto per cui abbracciarvi”.
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