COMUNICATO STAMPA: In solidarietà alle famiglie di Regeni, di Zaki e di tutte le vittime del regime egiziano.
In tempi di pandemia, distratti dalle limitazioni del periodo natalizio e dalle sospensioni di diritti fondamentali per evitare i contagi, la fregata “Spartaco Schergat” é stata (ceduta?) o venduta dall’Italia all’Egitto.
Nona di una serie di 10 unità FREMM (Fregate Europee Multi Missione), commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare Italiana nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di OCCAR, l'organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti.
Proprio in questo periodo che ha causato disagi e chiusure pesanti per i bisogni del Paese, ci chiediamo se sia giustificato il continuo foraggiamento delle industrie per la produzione di armamenti (Fincantieri in primis) che sottrae ingenti risorse economiche alla scuola, alla cultura, alla sanità, al risanamento e alla messa in sicurezza dei territori.
Ancora di più ci chiediamo quando gli italiani si alzeranno in difesa della Costituzione sulla quale si fonda la nostra Repubblica e pretenderanno che le leggi vengano osservate.
Ricordiamo infatti che nel 1990 l’Italia ha approvato la legge n. 185: "Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito di materiali di armamento".
Si tratta di una legge molto avanzata che ha fatto scuola e che contiene diversi elementi interessanti, tra i quali il vincolo che il commercio di armi debba essere gestito sotto diversi protocolli, molti controlli e informative costanti al Parlamento.
Ma la parte più importante è l'articolo 1 in cui si vieta l'esportazione di armi verso paesi in stato di conflitto armato, paesi che vadano contro all'articolo 11 della nostra Costituzione, con paesi sottoposti a embargo, con paesi responsabili di accertate gravi violazioni delle convenzioni sui diritti umani e che ricevendo aiuti dall’Italia destinano al proprio bilancio militare risorse eccedenti all'esigenza di difesa.
Poi ancora: è vietata l'esportazione di armi in contrasto con impegni internazionali dell’Italia, la sicurezza dello Stato, la lotta al terrorismo e quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali.
Oltre a ciò ci domandiamo se sia vero che si ipotizzino forniture da parte dell’Italia all’Egitto di altre quattro fregate, 20 pattugliatori, unitamente a 24 caccia multiruolo Eurofighter e 20 aerei addestratori M346 ed altro materiale militare del valore tra i 9 e gli 11 miliardi di euro.
Chiediamo al Governo di sottoporre l'intera questione all'attenzione di Camera e Senato e in tal senso esortiamo il Parlamento a calendarizzare con urgenza un dibattito approfondito sulle esportazioni di sistemi militari all'Egitto.
Ricordiamo che in Egitto il generale Al Sisi ha instaurato un regime dittatoriale in costantemente violazione dei diritti umani, e che secondo le indagini della Procura di Roma sono quattro ufficiali dell'esercito egiziano i responsabile del sequestrato e dell'omicidio del nostro concittadino Giulio Regeni. Sempre in Egitto è detenuto senza alcuna prova di colpevolezza Patrick Zaki, studente dell'università di Bologna ed attivista per la difesa dei diritti umani.
Associazione Antimafie Rita Atria